Nuovi aumenti in vista per i contratti telefonici come segnalato da Lega Consumatori, pronta a tutelare gli utenti per evitare l’applicazione di tali rincari.

Le aziende Tim e Wind hanno infatti deciso di modificare i contratti agli utenti a partire dal 2024 prevedendo sostanzialmente un aumento pari al tasso anno di inflazione Istat senza possibilità di via d’uscita per i consumatori.

In particolare Tim informa attraverso il proprio sito che, a partire dal 27 novembre 2022, le proprie offerte di rete fissa e mobile potranno prevedere l’adeguamento annuale dei prezzi all’andamento dell’inflazione, incrementato di un coefficiente di maggiorazione predeterminato. Per le offerte in cui sarà previsto l’adeguamento dei prezzi, il costo mensile aumenterà ogni anno in misura pari all’indice di inflazione (IPCA) rilevato dall’ISTAT, non tenendo conto di eventuali valori negativi, maggiorato di un coefficiente fisso pari a 3,5 punti percentuali. L’aumento complessivo, dato dalla somma dell’IPCA e del coefficiente di maggiorazione, non potrà comunque superare il valore del 10%.

Wind invece ha comunicato quanto segue: il Cliente prende atto e accetta che, da gennaio 2024, in caso di variazione annua positiva dell’indice nazionale dei prezzi al consumo FOI rilevata da ISTAT nel mese di ottobre dell’anno precedente, WindTre ha titolo di aumentare il prezzo mensile del Servizio di un importo percentuale pari alla variazione di tale indice o comunque pari almeno al 5% ove tale variazione fosse inferiore a detta percentuale. L’adeguamento, applicato entro il primo trimestre di ciascun anno, non costituisce una modifica contrattuale ai sensi dell’art. 2.4 delle presenti Condizioni Generali e, pertanto, non conferisce al Cliente diritto di recesso senza costi dal Contratto.

Come sottolineano ALBERTO MARTORELLI (Responsabile nazionale settore Telecomunicazioni Lega Consumatori e Presidente di Lega Consumatori Liguria) e Giuseppe Rinaldi (Responsabile Lega Consumatori Lazio)tale modifica unilaterale, salvo ultimi cambiamenti, non prevede la possibilità di esercitare il diritto di recesso senza costi da parte dell’utente, in contrasto con quanto previsto dalla normativa vigente in materia. Anche per tale motivazione abbiamo già inviato la segnalazione all’Autorità per le Garanze nelle comunicazioni-Agcom- affinchè vengano effettuate le opportune verifiche e adottate efficaci misure per tutelare gli utenti”.

In un momento, prosegue Pietro Praderi-Presidente nazionale Lega Consumatori-, come quello attuale caratterizzato dalla difficile situazione economica per le famiglie causata dall’inflazione, dal caro bollette e dagli aumenti di tutti i beni di consumo, riteniamo insostenibile un eventuale incremento anche dei costi legati ai contratti di telefonia”.

Lega Consumatori chiede inoltre l’apertura di un tavolo tecnico di lavoro con il Governo, l’Agcom e le Aziende di telecomuncazioni non solo sul tema degli aumenti legati all’Istat ma anche per rilanciare la conciliazione paritetica, strumento essenziale per risolvere stragiudizialmente le controversie nel settore delle telecomunicazioni.

Lega Consumatori Liguria