Sono stati recentemente introdotti i decreti interministeriali per rendere obbligatoria nelle etichette, per la pasta ed il riso, l’indicazione del paese di origine della materia prima.
Viene così creato, per due anni in via sperimentale, il nuovo sistema di etichettatura, nel solco della norma già in vigore per i prodotti lattiero caseari al fine di incrementare la trasparenza delle informazioni al consumatore e tutelare il made in Italy.
Nel dettaglio, i decreti in questione prevedono che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:
-Paese di coltivazione del grano: nome del Paese nel quale il grano viene coltivato
-Paese di molitura: nome del paese in cui il grano è stato macinato

Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE. Se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l’Italia, si potrà usare la dicitura: “Italia e altri Paesi Ue e/o non Ue”.
Analogamente, per il riso, il provvedimento prevede che sull’etichetta devono essere indicati:
-Paese di coltivazione del riso
-Paese di lavorazione
-Paese di confezionamento

Anche per il riso, se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi Ue, Paesi Non Ue, Paesi Ue E Non Ue.
Le indicazioni sull’origine dovranno inoltre essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili.
I provvedimenti prevedono una fase di 180 giorni per l’adeguamento delle aziende a nuovo sistema e lo smaltimento delle etichette e confezioni già prodotte.

In generale risulta quindi fondamentale che questa impostazione, volta ad introdurre un sistema di etichettatura effettivamente trasparente e chiara, si estenda anche a tutti i prodotti alimentari (come ad esempio per i salumi, succhi di frutta, latte a lunga conservazione, concentrato di pomodoro, sughi pronti, contraddistinti da un etichetta ancora anonima ed incompleta), al fine di rafforzare il concetto di tracciabilità e sicurezza alimentare, temi da sempre al centro dell’attenzione di Lega Consumatori.

Alberto Martorelli
Direzione nazionale Lega Consumatori