Nuova puntata della lunga ed intricata vicenda riguardante la fatturazione a 28 giorni per i servizi di telefonia fissa e mobile, seguita con estrema attenzione da Lega Consumatori.

La recente sentenza n. 4182 della la Corte di Cassazione ha bocciato l’ultimo ricorso presentato da Telecom Italia, confermando quindi il diritto degli utenti ad ottenere i rimborsi derivanti da tale pratica illegittima.

Occorre quindi che le società di telecomunicazioni procedano con effetto immediato a rimborsare i consumatori coinvolti, non essendoci più alcuna ragione per ritardare l’erogazione dei ristori.

Per comprendere meglio la situazione, ricordiamo che la vicenda prende inizio nel 2017 quando le principali compagnie telefoniche avevano deciso di emettere la fatturazione ogni 28 giorni; conseguentemente le bollette del telefono fisso (o offerte congiunte fisso mobile) diventavano 13 all’anno, con un aumento dei costi per gli utenti stimato nell’8,6% pari a circa 1,19 miliardi di euro.

E’ nata quindi una vicenda durata anni, contraddistinta dall’azione dell’Agcom volta a stabilire il criterio della compensazione dei giorni “erosi”, i ricorsi delle società telefoniche al Tar del Lazio, la decisione del Consiglio di Stato sul diritto degli utenti ad essere rimborsati e sul criterio automatico delle compensazioni.

Oltre alla pratica scorretta accertata dall’Antitrust, che aveva multato Fastweb, TIM, Vodafone e Wind Tre, dopo le contestazioni presentate dalle Associazioni dei Consumatori, il Governo varò una legge ad hoc per evitare tali abusi (la Legge 172/17), mentre l’Agcom a sua volta, oltre ad aver dichiarato la fatturazione illegittima con la Delibera 121/17/CONS, con la successiva Delibera n. 269/18/CONS l’Agcom imponeva alle compagnie telefoniche di posticipare le fatture per un numero di giorni pari a quelli ‘erosi’ dalla fatturazione a 28 giorni.

Si arriva quindi alla recente decisione della Corte di Cassazione con cui sono state confermate le sentenze del Tribunale e della Corte d’appello di Milano, coerentemente alla pronuncia della Corte di giustizia del giugno 2023, che hanno accertato l’illegittimità della fatturazione a 28 giorni.

In considerazione di tutto ciò, gli utenti – che nel periodo tra il 23 giugno 2017 e il 5 aprile 2018 hanno ricevuto fatture per servizi di telefonia da parte degli operatori Vodafone, Wind Tre e Fastweb ed ogni cliente di TIM che abbia ricevuto tali fatture tra il primo aprile 2017 e il 5 aprile 2018, devono ottenere la restituzione dei maggiori importi corrisposti.

Lega Consumatori, proseguendo la sua battaglia, invita quindi gli utenti a rivolgersi ai suoi sportelli per richiedere la restituzione degli addebiti derivanti dalla fatturazione a 28 giorni secondo le procedure previste.

 

Lega Consumatori Liguria